Caspita, che siccità !!

20 giugno 2024

 

 

 

Chi ha avuto la pazienza nel tempo di leggere le mie note avrà probabilmente notato che più volte ho discusso della pessima situazione dei dati climatici in Italia. Negli ultimi decenni, a mio parere, le cose sono ulteriormente peggiorate, a seguito dell’automazione e informatizzazione di tutte le procedure, rese così possibili senza intervento umano. Lo scarso interesse di molti degli addetti, la mancanza di indicazioni generali cui attenersi e la totale assenza di un qualunque obiettivo scientifico alle misurazioni hanno così prodotto errori più frequenti e spesso anche più consistenti rispetto al passato, col risultato che negli archivi online si è creata una certa quantità di valori insensati che, anche in futuro, molto difficilmente verranno corretti. Un problema quindi assai grave anche ai fini strettamente climatologici, in quanto le ricerche che utilizzano tali archivi rischiano di arrivare a risultati erronei, a meno di non procedere preventivamente a un controllo accurato dei dati da elaborare.

 

Gli esempi che porto in questa sede sono davvero assurdi e dimostrano come spesso le verifiche dichiarate sono di fatto inesistenti, per cui un utilizzatore non troppo esperto può pensare di confidare su livelli di qualità ben superiori alla realtà.

 

Quelli sopra riportati sono gli screenshot delle tabelle dei dati giornalieri di piovosità, per l’anno 2003, di due località del Grossetano, poste a Sud-Est del capoluogo; la fonte è l’archivio del SIR, il Servizio Idrologico Regionale della Toscana. Vedere qualificati i dati con l’aggettivo “validati” ha un effetto quasi comico, perché si tratta di valori così bassi da risultare assolutamente impossibili nelle nostre regioni; totali annui di tale entità (146 e 49 mm) sono di competenza di zone desertiche. Oltretutto, tra le due stazioni in oggetto, ce n’è un’altra (Usi), che ha un totale nello stesso anno di 656 mm, nonostante un’evidente mancanza di registrazioni in gennaio e febbraio.

 

A Scansano non risultano giorni piovosi (almeno 1 mm) dal 9 maggio 2002 al 17 giugno 2003: un periodo siccitoso di 408 giorni, che costituirebbe un’apocalisse così leggendaria da risultare (forse) poco credibile perfino ai più devoti sostenitori della drammatica crisi climatica.

 

Cose sulle quali si può sorridere, ma che dimostrano di una gestione dei dati climatologici di livello penoso; basta infatti che dei numeri finiscano negli hard-disk per confermare che il sistema funziona e tutti sono soddisfatti. Per capire a quali distorsioni può portare tutto ciò, voglio ricordare in conclusione quanto avevo rilevato in questa sede un paio di anni or sono.

 

Ricorrendo, sempre nel sito web del SIR, a dei documenti Pdf (i Report Pluviometrici), ove vengono anche fornite delle serie temporali degli afflussi ragguagliati ai bacini principali, avevo costruito il grafico che segue.

 

Dall’osservazione dei diagrammi risulta del tutto evidente che i valori del periodo 1985-1995 sono semplicemente ridicoli. Eppure, per vari anni successivi sono stati ripubblicati nei nuovi report, senza che alcuno ne avesse notato l’assurdità.