Come comunicare una drastica riduzione delle superfici forestate, che in realtà non esiste.

9 febbraio 2024

 

 

 

Girando sul web, stamani ho trovato il post che potete vedere sopra. È fin troppo evidente che si voglia comunicare ai lettori una grave situazione di riduzione globale delle aree forestate, con tanto di foto di un incendio per consolidare il messaggio. Il dato presente nel titolo (calo di oltre il 60% dal 1960 a oggi) è del tutto corretto e deriva dai contenuti di un articolo scientifico uscito nel 2022; il problema sta però nel fatto che tale dato è del tutto fuorviante ai fini della questione in oggetto, trattandosi infatti di un valore relativo all’estensione “pro capite” delle foreste, rapportata cioè alla popolazione della Terra.

 

I nostri amici di greenreport.it, dando ovviamente per scontata la loro buona fede (ci mancherebbe!), dimostrano di non essere troppo ferrati con la matematica, anche nelle sue applicazioni più semplici. Se così non fosse, avrebbero rapidamente verificato che una qualsiasi grandezza globale che si sia mantenuta sempre costante nel periodo 1960-2020, si sarebbe comunque ridotta proprio del 60%, se computata pro capite, visto che nel suddetto sessantennio il numero di abitanti del Pianeta è passato all’incirca da 3,0 a 7,7 miliardi. Ciò significa che sarebbe del tutto giustificabile anche questa affermazione: «la superficie pro capite delle terre emerse si è ridotta del 60%»; un fatto che appunto dimostra come il titolo del post trasmetta un messaggio privo di senso reale.

 

E la riduzione delle superfici forestali? È globalmente poco più che un’inezia, se si tiene conto che nel 1960 l’area complessiva era di circa 4,19 miliardi di ettari, per cui una diminuzione di 81,7 milioni di ettari corrisponde a una variazione inferiore al 2%.

 

A onor del vero, qualche problemino mi pare che ci sia pure nello spirito che anima l’articolo scientifico all’origine della vicenda, perché le suddette banali considerazioni sono evitate o travisate. Ad esempio, notate che nell’abstract, invece di considerare la riduzione delle foreste in termini del 2% sul totale, si dice che essa supera come quantità l’estensione dell’isola del Borneo; un modo poco serio di affrontare l’argomento, tipico di tanti blog ambientalistici, ma davvero non idoneo per una sede quale dovrebbe essere una rivista internazionale.

 

Se poi vogliamo essere un po’ più cattivelli, potremmo anche obiettare sul grafico (è una delle figure contenute nell’articolo), nel quale la zona colorata in verde sembra disegnata in modo da far pensare a una riduzione delle foreste ben più rilevante di quella realmente verificatasi. Uno sprovveduto potrebbe infatti non considerare la scala dell’asse di sinistra e pensare che le foreste si siano contratte di un quantitativo proporzionale a quanto visibile: così si scambierebbe un vero 2% con un apparente 44%. Poca cosa; quello che conta oggi sono i messaggi di catastrofe, molto più importanti dei freddi numeri.