Cosa ci può insegnare la questione del vaccino AstraZeneca?
Pisa, 5 marzo 2021
(sotto, un aggiornamento del 19 marzo)
Perché in un sito dedicato alla climatologia, scrivo una nota dedicata ai vaccini? Lo faccio ritenendo che tutta la vicenda relativa al farmaco prodotto dalla ditta AstraZeneca sia davvero emblematica per capire come si sviluppano certi processi nelle attuali società occidentali, portando al crearsi di convinzioni insensate, con conseguenti decisioni ben lontane da una razionale valutazione del rapporto costi/benefici. Si tratta in effetti dello stesso tipo di processi che hanno condotto a quell’idea di “crisi climatica” che è generalmente accolta come verità acquisita, ma che in realtà si basa su asserzioni in gran parte prive di un riscontro nei dati disponibili. Una volta che un certo meccanismo si è messo in moto, entra in gioco la valanga mediatica del politicamente corretto, in grado di travolgere tutto, imponendo una sorta di dogmi che rifiutano ogni verifica logica. Tutti i politici si accodano entusiasti al main stream e purtroppo ciò avviene pure per la maggioranza degli esperti.
Veniamo allora alla vicenda AstraZeneca, iniziando con queste considerazioni che – penso converrete con me – sono sufficienti a delineare il quadro di totale illogicità che si è creato in Europa.
1 – Le rilevazioni recentemente effettuate in Scozia e Inghilterra su un numero enorme di persone vaccinate (quindi non più su campioni preliminari di soggetti volontari) hanno dimostrato che il vaccino è ottimo, addirittura il migliore di tutti: a poche settimane dalla sola prima dose, nella popolazione anziana, ha ridotto la necessità di ospedalizzazione del 94% a fronte di un 84% registrato dal prodotto della Pfizer. L’efficacia rimane al di sopra dell’80% pure restringendo l’esame ai soggetti ultraottantenni. Si tratta di risultati eccezionali che spiegano come la somministrazione generale di questi prodotti nella fascia di popolazione di età superiore ai 65 anni sia di fatto sufficiente a risolvere la maggioranza dei problemi che viviamo da oltre un anno.
2 – AstraZeneca costa 1/10 rispetto a Pfizer ed implica una logistica assai più semplice per la distribuzione delle fiale, perché richiede temperature di conservazione di circa -20° invece che vicine ai -70° dell’altro.
3 – A fronte di queste caratteristiche di assoluta eccellenza, nei paesi europei – e soprattutto in alcuni dei più importanti (Germania, Francia e Italia) il vaccino AstraZeneca è utilizzato molto poco. In Italia è stato inoculato al momento solo il 26% delle nostre dosi disponibili; in Francia e Germania la situazione è simile o perfino peggiore.
Per cercare di capire come si sia arrivati ad una simile assurdità, bisogna tornare agli ultimi mesi dell’anno scorso, quando le grandi case farmaceutiche impegnate nell’elaborazione dei vaccini hanno iniziato a pubblicare i dati dei loro test preliminari. AstraZeneca ha effettivamente fatto degli errori nella propria campagna di test, per cui i risultati non permettevano di attestare un’affidabilità così elevata per gli over 65, come invece comunicato a proposito del vaccino Pfizer. Considerate comunque, da un lato l’approssimazione relativa ai tempi ristretti entro i quali le prove dovevano essere concluse, e dall’altro tutta una serie di solide risultanze di scienza immunologica, era del tutto logico ritenere che il farmaco di AstraZeneca fosse convenientemente utilizzabile per persone di ogni età; e in effetti ciò è stato puntualizzato, senza alcuna incertezza, dall’EMA e dal comitato scientifico dell’OMS. Per essere ancora più chiari, le informazioni disponibili alla fine del 2020, pur non dando quel quadro di eccellenza poi apparso con la reale utilizzazione sul pubblico, erano comunque già migliori di quanto in genere accompagna la messa in campo dei vaccini antinfluenzali, che da molti anni sono accolti con piena fiducia.
Tutto risolto allora? No, tutto inutile, perché ormai si era attivata nel sistema mediatico l’ondata di ostilità ad AstraZeneca, con prese di posizione sempre più stupide che rimbalzavano sul web. Ad esempio:
a – Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia COISP, ha spiegato di ritenere inconcepibile la scelta di somministrare alle forze dell’ordine il vaccino di AstraZeneca. «È quello che al momento offre la percentuale di efficacia più bassa», ha detto Pianese. «Si tratta dell’ennesima dimostrazione dell’approssimazione con cui si approccia al comparto sicurezza, nonostante la sola Polizia di Stato conti già tra le sue fila più di 7.500 contagiati e 8 morti».
b – Il sindacato CISL Scuola ha lamentato il mancato coinvolgimento nella scelta di utilizzare il vaccino di AstraZeneca per vaccinare il personale scolastico. Secondo il sindacato, molti operatori della scuola si interrogano sui vantaggi di aderire alla campagna vaccinale, «a causa della dichiarata minore copertura vaccinale di AstraZeneca rispetto ai più efficaci vaccini Pfizer e Moderna». Il sindacato parla di una scelta, quella di essere vaccinati con AstraZeneca oppure non essere vaccinati del tutto, «densa di dubbi ed interrogativi».
c – Anche alcuni gruppi di medici, nonostante la (presunta?) preparazione specifica hanno manifestato dubbi sull’opportunità di essere vaccinati con AstraZeneca. Il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, ha spiegato all’ANSA che molti medici liberi professionisti sotto i 55 anni hanno comunicato alle ASL di non volersi vaccinare con AstraZeneca «perché ritengono non sia confacente al loro rischio professionale».
d – Il più dirompente di tali interventi è stato però quello del presidente francese Macron, il quale, oltre ad aver dimostrato di capire nulla di scienza, è stato forse un po’ sbalestrato dai dibattiti sulla Brexit, arrivando a dichiarare pubblicamente: «Oggi tutto fa pensare che AstraZeneca sia quasi inefficace per le persone dai 65 anni in su; alcuni dicono dai 60. Insomma, non funziona come ci aspettavamo».
Il risultato di questo mare di idiozie e di irresponsabilità – vedi soprattutto Macron, per la forza del suo ruolo – è stata la nascita del dogma: “quello di AstraZeneca è un vaccino di serie B (forse serie C); le persone cui verrà somministrato sono dei paria che non godono dei normali diritti”.
A mio giudizio, ha giocato un ruolo di rilievo pure un episodio, in apparenza piccolo, che mi pare sia stato dimenticato. La sperimentazione di AstraZeneca era stata temporaneamente sospesa, in quanto uno dei soggetti interessati aveva manifestato un grave disturbo; gli accertamenti sanitari subito condotti avevano però accertato una totale estraneità ad esso del vaccino, tanto che le procedure erano potute riprendere senza alcun problema. Questo fatto era stato però sufficiente a far accendere i riflettori dei No Vax, cioè di quell’esercito di moderni benpensanti che si occupano, con toni apocalittici, di quei 2~3 casi di persone che hanno qualche conseguenza indesiderata dalle vaccinazioni, prendendone così lo spunto per avvertirci sui micidiali pericoli che la piovra delle grandi multinazionali organizza di continuo dietro le nostre spalle; peccato che, intenti in questo lodevolissimo sforzo, si dimentichino sempre delle centinaia di migliaia di individui che traggono giovamento dal farmaco. Ma questo è uno sciocco ragionamento logico-statistico, per loro poco importante.
Finora, con le corpose statistiche britanniche che hanno ristabilito la verità, non mi risulta che nessuno dei personaggi sopra citati (tantomeno Macron) si sia pubblicamente cosparso il capo di cenere per le demenziali affermazioni e neppure che alcun altro si sia attivato per rovesciare su di loro un bel camion di quel materiale spesso utilizzato per fertilizzare i campi.
E l’Italia? È quasi superfluo dire che nella gara di decisioni politiche insensate siamo dei fuoriclasse, spesso imbattibili. Se altrove era stato limitato AstraZeneca a 65 anni, noi abbiamo stabilito la quota di 55 (solo da pochi giorni si è aggiornata a 65). Ebbene, gli esperti che avevano avallato tale decisione vi dicono che era in virtù di una maggiore cautela per la popolazione. Basta però riflettere un attimo per rendersi conto che dare un certo vaccino solo alle fasce giovani (o, se vogliamo, non anziane) equivale a dire che esso non serve a nulla in questa fase di piena crisi sanitaria; non si tratta pertanto di una scelta in qualche modo cautelativa, ma al contrario portatrice di inevitabili e facilmente prevedibili effetti negativi sulla comunità.
Nelle stanze del potere si è allora cercato di trovare un’utilizzazione delle dosi di AstraZeneca già disponibili, onde evitare di mettere troppo in luce la pazzesca situazione creatasi. L’idea è stata di dare questo vaccino agli occupati nelle scuole e nelle università, così da poter lanciare un bel messaggio politicamente corretto di questo tipo: “stiamo pensando sia alla cultura, sia al futuro dei nostri ragazzi”. Purtroppo ne sono scaturite ulteriori assurdità, visto che si è creata una disparità anagrafica, con i docenti più anziani – quindi quelli teoricamente più vulnerabili – impossibilitati invece ad accedere al vaccino. La situazione è davvero paradossale per le università, in quanto il provvedimento a pioggia – avendo in effetti riguardato l’intero personale, onde non suscitare le solite proteste sindacali – ha portato alla vaccinazione anticipata di migliaia di persone per le quali non c’era alcun reale motivo. Per capire bene ciò che dico, basti pensare che così il farmaco è già stato dato a soggetti giovani (rischio di malattia seria quasi nullo) che fanno lavoro d’ufficio (perciò con pochi contatti), mentre quasi tutti gli anziani non ospitati nelle RSA sono ancora in attesa. Non è solo demenziale, ma è cosa anche indegna eticamente.
Gli sviluppi delle ultime ore hanno portato il livello della stupidità italiana oltre ogni limite. Pure Germania e Francia, sulla base dei dati definitivi prima citati, hanno eliminato l’insensato limite dei 65 anni; l’Italia ancora no, ma il ministro Speranza ci ha confortati precisando di "aver chiesto agli scienziati di verificare la possibilità di estendere l’uso di AstraZeneca". Patrizia Popoli, presidente della Commissione tecnico-scientifica dell'Aifa ha così spiegato che «la posizione potrebbe essere rivista se i nuovi dati lo consentiranno»; nessun giornalista che le abbia allora chiesto come i nostri esperti potrebbero arrivare a conclusioni diverse da tutto il resto del mondo. Mi limito a dire incommentabile, perché non riesco a trovare aggettivi adatti.
Dovrebbe essere evidente che, ad ogni ritardo nelle vaccinazioni, fa necessariamente seguito un ritardo nel calo del numero di ricoveri e pertanto della diminuzione del numero di decessi in più rispetto al valore normale del periodo. Situazioni fantascientifiche come quella del vaccino AstraZeneca causano grandi quantità di vittime, delle quali però nessuno verrà chiamato a darne conto; si tratta infatti di morti apprezzabili soltanto in termini statistici e perciò poco intuibili dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, inducendo di conseguenza uno scarso impatto emotivo. Per l’utilizzo di AstraZeneca su ogni fascia di età, l’EMA aveva dato la sua approvazione ufficiale il 29 gennaio, l’Italia lo farà nel migliore dei casi una quarantina di giorni dopo; quando disporremo delle statistiche demografiche dei mesi presenti, si potrà fare una stima attendibile del numero di decessi aggiuntivi procurati da questo illogico ritardo.
Arrivo alla conclusione di questa nota cercando di riassumere quali insegnamenti possiamo trarre dalla questione trattata e come possano essere applicati a quella dei cambiamenti climatici.
· In un mondo che dovrebbe essere guidato dalla logica e dalla razionalità, spesso si originano idee del tutto prive di basi solide.
· Tali idee vengono gonfiate a dismisura dal sistema mediatico, con una spinta poderosa offerta da Internet e dai Social. Si creano così delle verità ufficiali che, in casi come quello del clima, divengono degli autentici dogmi.
· Gran parte degli scienziati trova conveniente adeguarsi alle verità ufficiali, in quanto un atteggiamento critico comporterebbe una loro messa in disparte. AstraZeneca non funziona? Nessun esperto ha detto chiaramente che era un’idiozia. Gli eventi meteorologici estremi sono pesantemente aumentati: è una fesseria verificabile da chiunque possieda un minimo di cultura scientifica, eppure molti esperti, non solo non lo dicono, ma addirittura sostengono contro ogni logica l’idea del clima impazzito.
· I politici in genere non capiscono nulla di scienza, ma cavalcano volentieri certe teorie dominanti, per ovvie ragioni di consenso. La diffidenza verso AstraZeneca, come la convinzione che sia in atto una crisi climatica devastante, sono opinioni generalizzate; è solo questo che conta, della sostanza dei problemi è inutile occuparsi.
· Da tutto ciò si arriva infine a prendere delle decisioni che possono risultare deleterie per la comunità. Per i vaccini è evidente che delle insensate limitazioni ne hanno rallentato la distribuzione, facendo così ammalare molte persone in più rispetto a quello che poteva essere. A riguardo della cosiddetta mitigazione dei rischi del cambiamento climatico, è bene chiarire che la “decarbonizzazione” non è un’allegra passeggiata in campagna, ma un complesso processo che avrà degli effetti enormi sull’economia globale. Io non sono affatto in grado di esprimere una mia opinione in proposito, ma devo rilevare che nei programmi politici non si vede traccia di un’attenta analisi costi/benefici, mentre continuano a dominare dei discorsi fumosi e pieni solo di ideologia.
Come prendere una decisione nefasta per la popolazione e comunicarla in termini di "scelta cautelativa"
19 marzo 2021
Immagino che quanto scritto nella prima parte della presente scheda chiarisca bene come la penso su certe questioni di fondo; eppure le vicende degli ultimi giorni non sarei stato in grado di immaginarle nemmeno parzialmente, perché hanno portato il livello dell’assurdità a un limite che dovrebbe spaventare, in quanto dimostrazione inequivocabile della discesa dell’Europa verso un abisso dove ogni decisione razionale rischia di essere rallentata, o addirittura soppiantata da idee prive di fondamento e talvolta del tutto irrazionali, che prendono piede solo perché veicolate con forza dal web e dal resto del barnum mediatico.
Cosa è accaduto è ben noto a tutti ed è legato alle notizie di seri disturbi circolatori in soggetti vaccinati con AstraZeneca, che hanno iniziato a circolare. I media e le enormi masse di quanti vivono col cervello sempre disattivato non attendevano di meglio che trovare un nuovo argomento su quel vaccino che per mesi era stato ritenuto poco efficace. Il tutto è rapidamente montato come la panna sotto l’azione della frusta, portando alla sospensione dell’uso del vaccino, da parte di quasi tutti i Paesi europei. Questa farsa è terminata ieri (18 marzo), dopo un comunicato dell’EMA, ente scientifico che si è piegato al diktat politico di mettere in piedi una ridicola messa in scena.
Di seguito alcune mie riflessioni, presentate in modo sintetico.
a) – Si è assistito ad un capovolgimento delle procedure. Sono gli enti scientifici che devono monitorare il processo di vaccinazione ed eventualmente informare gli organi di governo di qualche problema. Qui si è invece avuta un’ondata sul web che ha raggiunto le orecchie dei politici, i quali hanno “obbligato” gli scienziati ad occuparsi delle vulgate dilaganti.
b) – Si è avuta l’inequivocabile dimostrazione che, quando sono in gioco importanti decisioni politiche, il “parere scientifico” è un concetto ben lungi dai caratteri di oggettività che dovrebbe avere, ma che risulta invece condizionato in modo pesante da pressioni esterne.
L’Aifa, ad esempio, ha fatto una figura meschina, venendo costretto a condividere lo stop governativo, poche ore dopo essersi espresso in modo chiarissimo sul vaccino AstraZeneca; i due comunicati sotto riportati sono eloquenti.
Nota AIFA del 14-03-2021 – «I casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi. L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato. Aifa sottolinea che le attività di farmacovigilanza proseguono sia a livello nazionale che europeo in collaborazione con EMA, monitorando con attenzione possibili effetti avversi legati alla vaccinazione. Aifa rassicura fortemente i cittadini sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca per una ottimale adesione alla campagna vaccinale in corso.»
Nota AIFA del 15-03-2021 – «L’Aifa ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’EMA, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid-19 su tutto il territorio nazionale. Tale decisione è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei. Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso. L’Aifa, in coordinamento con EMA e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione.»
Non meno penosa la posizione di EMA che ha dovuto dichiarare di effettuare uno studio del problema, impegnandosi a darne i risultati il giovedì 18; in pratica questa analisi si sarebbe dovuta svolgere a una velocità stellare, cioè tra lunedì e martedì: una cosa comica, ma utile per dare un po’ di fumo negli occhi a tutti quelli che di scienza non capiscono nulla.
Mi pare vergognosa pure l’affermazione più volte ripetuta da EMA: «i benefici di AstraZeneca sono maggiori dei rischi»; sarebbe come dire di aver appurato che: «il ghepardo è più veloce del lombrico». Le cose potranno migliorare solo quando si potrà affermare senza giri di parole: «è un demente chi semplicemente pensa di poter raffrontare i benefici di AstraZeneca ai suoi (del tutto ipotetici) rischi».
c – Chi ha avuto la pazienza di leggere altri miei scritti avrà constatato che più volte ho cercato di spiegare l’insensatezza del modo col quale oggi si tende ad applicare il cosiddetto “principio di precauzione”. È quanto, ad esempio, avviene con le frequenti allerte meteo, con i sindaci che chiudono scuole e uffici pubblici, sulla scorta di previsioni di eventi estremi che quasi sempre non si verificano, per l’ovvia incertezza che connota tali previsioni; si tratta pertanto di provvedimenti che risultano illogici in base alla valutazione costi/benefici.
Nel caso dello stop ad AstraZeneca si è andati ben oltre, entrando nel campo della pura follia; si è infatti preso un provvedimento nell’assoluta CERTEZZA di causare un maggiore danno sanitario da Covid, al fine di mitigare un rischio quasi di certo inesistente e che comunque comporterebbe conseguenze negative di ordini di grandezza inferiori al danno procurato. Fantastica quindi la definizione di “scelta cautelativa” data dai governi e tranquillamente accettata dal sistema mediatico.
d – Evidente, e perciò molto preoccupante, l’incapacità delle nostre società occidentali di affrontare una vera situazione di crisi, senza riuscire a controllare certi atteggiamenti di ingiustificato panico e arrivando spesso a prendere decisioni illogiche. Col vaccino, si ha in pratica il 100% di probabilità di non ammalarsi in modo serio di Covid, a fronte di 20-30 segnalazioni di trombosi su 17 milioni di somministrazioni; se su questi dati, mentre l’epidemia mantiene la mortalità sopra la norma e manda l’economia a picco, si può costruire in Europa un qualunque problema a livello ufficiale, mi pare che per il nostro vecchio continente si delinei un futuro a tinte molto fosche.
e – Estremamente negativo è poi il mio giudizio sul sistema dei media, sempre in caccia di sensazionalismo spiccio e pronto a prostrarsi davanti ai vari potenti che via via siedono nella stanza dei bottoni. Sia chiaro, quanto riportato al punto (c) è incontrovertibile; rimango quindi in attesa che qualche giornalista lo faccia presente a Draghi, Merkel o Macron, chiedendo se lo “stop cautelativo” da loro deciso è giustificato in questa ottica.
f – Chiudo con un’annotazione su una notizia recentissima che potrebbe portare a considerazioni di mera preoccupazione, ma sulla quale è meglio farsi qualche sana risata. Dopo il pronunciamento di ieri dell’EMA, anche la Francia ha riaperto l’uso di AstraZeneca; i nostri amici d’oltralpe hanno però fornito una vera chicca: la somministrazione è vietata al di sotto dei 55 anni.
Abbiamo quindi un farmaco che nel giro di una dozzina di giorni ha vissuto queste tre fasi evolutive: 1) prima era riservato agli under 65; 2) poi è stato utilizzato per tutti; 3) poi ancora è stato vietato agli under 55.
Ormai non susciterebbe troppa meraviglia se in futuro ne venisse evitato l’uso alle persone di colore, oppure a chi ha le lentiggini. Il salone dell’assurdo messo in piedi dall’Unione Europea è enorme e quindi c’è ancora tanto posto per nuove idee. Un semplice confronto con la situazione nel Regno Unito lascerebbe qualche dubbio sulla bontà di quanto fatto dall’Europa, ma questo è un discorso sul quale si sorvola allegramente; ciò che importa è l’approvazione della cosiddetta “società civile”.
Una riflessione di sintesi – A riguardo dei casi di trombosi post vaccinazione anti Covid, il numero di quelli segnalati per AstraZeneca era inferiore al rispettivo per Pfizer. Tale notizia non ha però avuto quasi alcuna eco sui media; ne consegue pertanto che tutto quanto accaduto in questi giorni si è originato da una selezione delle informazioni, una selezione che potrebbe benissimo essere stata voluta, proprio al fine di innescare gli assurdi eventi cui abbiamo assistito.
Chi ha la capacità di governare i meccanismi del web ha oggi un potere enorme, perché è ormai evidente che il lancio nella rete di messaggi idonei a toccare il tasto dell’emotività delle persone è in grado di indurre effetti tali da orientare pesantemente anche il parere degli esperti e da condizionare le scelte politiche. È quanto cerco di spiegare da tempo a proposito del clima impazzito, un concetto ridicolo che potrebbe essere smantellato da qualsiasi analisi delle serie storiche disponibili, e che invece è assurto a dogma granitico proprio grazie a un martellamento mediato operato su varie incredibili falsità e che in internet trova il suo vettore più efficace.