Questa volta la scandalosa propaganda del JRC è sulla questione degli incendi

21 novembre 2024

 

 

 

Da tempo sostengo che, fra tutte le bufale che costituiscono l’idea del clima impazzito, la comunicazione sugli incendi sia la più spettacolare, un’autentica super-bufala con la quale si è convinta l’opinione pubblica che ci sia un pericolo che è molto aumentato mentre la realtà dei dati dimostra che si è chiaramente ridotto.

 

È davvero preoccupante il fatto che un certo tipo di propaganda sia portato avanti anche da istituzioni scientifiche quali il JRC (Joint Research Centre, il servizio della Commissione Europea per la ricerca e il sapere). Fra le sue varie attività, questo ente pubblica annualmente un rapporto sugli incendi in Europa e nelle regioni del sud Mediterraneo; l’ultima edizione, appena uscita – e liberamente scaricabile dalla rete – ha come titolo “Forest Fires in Europe, Middle East and North Africa 2023”. Nella pagina web di presentazione di detto rapporto, già il titolo e le prime frasi sono ideali per indurre il lettore a ritenere che la situazione si stia facendo sempre più grave.

 

Continuando poi la lettura, diventa ancor più evidente il messaggio che il problema degli incendi sia diventato serissimo; quella che segue è la traduzione letterale:

 

 

 

« L'ultimo rapporto del JRC sugli incendi boschivi nell'EMEA (Europa, Medio Oriente e Nord Africa) del 2023 mostra che l'anno scorso è stato uno dei peggiori cinque anni per incendi boschivi nell'EMEA dal 2000. Gli incendi boschivi hanno interessato oltre 500.000 ettari di terreni naturali, circa la metà delle dimensioni dell'isola di Cipro.

 

Negli ultimi anni, gli incendi boschivi catastrofici sono stati comuni nell'Unione Europea e nei paesi limitrofi. Il 2023 non ha fatto eccezione: la regione ha sperimentato incendi boschivi impossibili da domare con i tradizionali mezzi antincendio, i cosiddetti "mega incendi", tra cui uno nei pressi della città di Alessandropoli nella regione greca della Macedonia orientale e della Tracia. Questo è stato il più grande incendio boschivo singolo registrato nell'UE da quando il Sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (EFFIS) ha iniziato a monitorarli nel 2000.

 

Quest'anno è stato critico anche in termini di danni a vite umane e beni: sono stati segnalati almeno 41 decessi a causa degli incendi boschivi.

 

 

Il cambiamento climatico è stato un fattore chiave per l'aumento della gravità degli incendi boschivi negli ultimi anni

 

Gli incendi boschivi senza precedenti che hanno colpito l'Europa negli ultimi quattro anni mostrano gli effetti innegabili del cambiamento climatico sui regimi degli incendi boschivi. Il cambiamento climatico non sta solo aumentando le dimensioni delle aree colpite dagli incendi boschivi, ma sta anche rendendo i singoli eventi più intensi, prolungandone la stagione oltre il tradizionale periodo estivo e causando incendi in aree che solitamente non ne erano colpite.

 

L'elevata frequenza e intensità degli incendi boschivi durante le stagioni prolungate degli incendi rappresentano una nuova sfida per i servizi antincendio in Europa e nel mondo, poiché la lotta aerea diventa più ardua e le operazioni a terra più difficili o addirittura impossibili.»

 

 

 

Se però si va a sfogliare il rapporto stesso, è facile rendersi conto che tutto ciò non trova alcuna giustificazione e addirittura che certe affermazioni sono una totale invenzione. A pagina 134 infatti possiamo osservare le successive figure relative alle serie storiche 1980-2023 per i Paesi dell’Europa meridionale, cioè quelli nettamente più interessati dal problema per ovvie ragioni climatico-ambientali.

 

Dall’osservazione di questi diagrammi risulta del tutto evidente che:

 

·       Il fenomeno, nel suo complesso, è andato diminuendo nell’ultimo quarantennio.

 

·     A partire dal 2000, sono 9 gli anni con valori delle aree bruciate superiori a quello del 2023; per quanto riguarda poi il numero di incendi, quello del 2023 è il più basso in assoluto. (Nota: anche nel Nord-Africa tale annata non ha presentato nulla di particolarmente significativo)

 

Ulteriori informazioni sulle tendenze degli incendi le possiamo ricavare dal sito web del GWIS (Global Wildfire Information System), nel quale sono disponibili le serie storiche 2002-2023 degli incendi in tutto il mondo; da tale sito ho scaricato il grafico per l’Europa, la cui osservazione conferma che il fenomeno è in chiaro calo, permettendo anche di apprezzare che la situazione del 2023 è tra le migliori in assoluto, visto che soltanto il 2013 ha un dato inferiore.

In sostanza, le generali affermazioni del JRC fatte nel post col quale presentavano l’uscita del nuovo report – con particolare riguardo a quella sbandierata nel titolo di detto post – sono vergognosamente false.

 

 

 

P. S. – Ho fatto una verifica nelle statistiche del GWIS di Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Grecia per il 2024; si tratta ovviamente di dati parziali, ma in pratica definitivi perché in dicembre gli incendi sono rarissimi. Dai 556 mila ha bruciati nel 2023 si è passati ai 351 mila del 2024; un deludentissimo -37%, al quale però sono certo che il JRC saprà ovviare l’anno prossimo con nuove invenzioni.