Quando assurdità e sensazionalismo trionfano

16 ottobre 2012

  Chi avesse avuto ancora bisogno di qualche utile esempio per capire a quale livello di assurdità si è giunti nella vita pubblica italiana a riguardo delle questioni concernenti la meteorologia e la climatologia, credo che in questi ultimi giorni sia stato ampiamente soddisfatto.

Una normale perturbazione autunnale (come varie altre che ogni anno attraversano le nostre regioni), forse con qualche carattere di potenziale aggressività un po’ superiore a quelle transitate nelle settimane precedenti, viene battezzata “Cleopatra”, richiamando la tradizionale procedura statunitense per gli uragani, e si trasforma così di colpo in un pericolo imminente per varie regioni italiane. Come sempre in questi casi, nei quali il rapporto fra sensazionalismo e verità scientifica non è inferiore a 9 a 1, si scatena un martellante tam-tam mediatico che impone come verità una realtà virtuale; nella questione in oggetto si parla di gravi rischi per «precipitazioni di eccezionale intensità» che, senza ombra di dubbio, interesseranno l’Italia nella giornata di lunedì 15 ottobre. Col diffondersi di notizie di tale tipo, troppi esperti autorevoli non hanno voglia o coraggio di intervenire per rimettere le cose nel giusto ambito, mentre altri saltano volentieri sul carro dell’insensato catastrofismo, per garantirsi un po’ di visibilità mediatica: il gioco è fatto e la bufala è pronta per l’uso.

Gli effetti di una simile situazione possono essere davvero negativi, come dimostrato dagli eventi nel Comune di Roma. Il capo della Protezione Civile e il Sindaco Alemanno – se penosamente in buona fede o anche per qualche finalità personale, poco importa nel nostro discorso – decidono di difendere la città dalla catastrofe prevista, mobilitando quasi 2000 uomini per il presidio del territorio. Davvero incredibili, già a partire dalla giornata di domenica 14, i collegamenti diretti delle principali reti televisive nazionali con la capitale, nei quali si mostravano preparativi simili a quelli che precedono un evento bellico; per realizzare un quadro totalmente comico, è mancato soltanto l’assalto ai supermercati per le scorte di cibo.

La psicosi si è naturalmente propagata anche al di fuori della capitale, tanto che si è avuta notizia di ordinanze emesse da sindaci campani per la chiusura delle scuole!

I principali modelli meteorologici internazionali (che tutti, come fa il sottoscritto per passione, possono continuamente controllare in Internet) davano in effetti annuncio di piogge abbondanti su parte dell’Italia, ma sempre nella sostanziale normalità di quanto può accadere d’autunno. Va poi rilevato che prevedere i reali valori di intensità che si realizzeranno è assai difficile anche come media su aree di una certa ampiezza, mentre è assolutamente impossibile per ambiti ristretti, visto che la variabilità spaziale dei fenomeni, negli episodi di piogge intense, è notevolissima. Tanto per fare un esempio, si ricordi che la scorsa settimana (vedi la relativa scheda in questo sito), mentre a Pisa cadeva una ventina di millimetri d’acqua, in altre località distanti solo pochi km si registravano allagamenti per cumulati molto più rilevanti, con picchi d’intensità che hanno fatto superare i 90 mm in un’ora.

A mio parere sconcertanti, in proposito alla possibilità di certe previsioni dettagliate, le dichiarazioni di Antonio Sanò (il direttore del notissimo sito “ilMeteo.it”) pubblicate domenica 15 dal Corriere della Sera. Dopo aver definito Cleopatra «la regina di tutti i cicloni, la più potente» ed affermato che «sappiamo cosa succederà quartiere per quartiere», forniva appunto una descrizione – elaborata quindi con due giorni d’anticipo – di cosa sarebbe accaduto nelle varie zone di Roma. L’assurdità della pretesa di poter raggiungere un così elevato grado di precisione è dimostrata anche dal fatto che veniva indicato come intervallo orario della fase piovosa quello 14-20, mentre le precipitazioni sono iniziate dopo le 20.

Le regioni che sarebbero state più colpite dalla furia di Cleopatra erano il Nord-Est, la Liguria, la Toscana ed il Lazio, con particolare riferimento alla provincia di Roma; ora che lo spaventoso mostro meteorologico è passato, merita di verificare quali effetti ha prodotto sul territorio.

 

In tutta la Liguria occidentale i totali sono stati assai modesti (sempre < 25 mm); nella parte di Levante le piogge risultano più copiose con cumulati fino a 70-80 mm e massimi oltre i 100 in alcune aree limitate (si notino le zone colorate in rosso nella carta allegata). Considerando che la regione – per motivi di ordine meteorologico e per la vicinanza dei rilievi alla costa – è una delle più a rischio di eventi intensi di tutto il settore mediterraneo, si può affermare che nel complesso si è trattato di precipitazioni del tutto normali per una perturbazione autunnale. Da precisare inoltre che, anche dove si sono avuti afflussi importanti (> 100 mm), delle piogge di “eccezionale intensità” non si è vista quasi traccia; gli elevati valori cumulati, come ben evidente nei due grafici riportati (stazioni di Cabanne e Brugnato), sono il frutto di piogge continue per molte ore consecutive, piuttosto che di fenomeni brevi e molto concentrati.

Per la Toscana il discorso è semplice: è piovuto su tutto il territorio, ma da nessuna parte si sono registrati valori particolarmente ragguardevoli: solo in alcune aree appenniniche il dato giornaliero ha superato i 50 mm.

Per quanto riguarda infine Roma, non essendo disponibili sul sito dell’Idrografico laziale i dati costantemente aggiornati, ho fatto una ricerca in Internet per trovare i valori delle piogge cadute nella sera di ieri. Erano disponibili svariati comunicati stampa che parlavano di «forti piogge», «allagamenti», «interventi della Protezione civile» ecc., ma nessun numero. La cosa mi ha insospettito ed ho pensato (maliziosamente?) che si volesse evitare di rendere pubblico un bel caso di allarme ingiustificato. Così ho telefonato al Servizio Idrografico e mi è stato riferito che il “ciclone” di ieri sera aveva riversato sull’area urbana dai 20 ai 25 mm: cioè una quantità ascrivibile ad una normalissima giornata di pioggia nel mese di ottobre.

Soprattutto in un periodo di contenimento della spesa pubblica, quanto deciso nel Comune di Roma mi pare veramente irrazionale, in rapporto alla reale attendibilità delle previsioni su cui si basavano le azioni preventive.

Un illustre precedente

Ovviamente quello di Roma non è il primo caso di allarme esagerato, o del tutto ingiustificato, cui abbiamo assisto in questi anni in tema di clima.

Un esempio davvero significativo ci è stato fornito da Giampiero Maracchi nel novembre del 2010, quando dichiarò alla stampa che la perturbazione in arrivo dopo alcuni giorni aveva caratteristiche tali da poter ricreare in Toscana il quadro della grande alluvione del 1966!! Una notizia simile, pubblicata dal Corriere della Sera” suscitò scalpore, ma nessuno anche allora si espresse come sarebbe stato necessario.

Guarda caso nel giorno del previsto diluvio universale non si verificò nessun allagamento (nemmeno nei piccoli bacini), ma il nostro esperto spiegò il giorno dopo alla “Nazione” che erano state le nevicate in alta quota a contenere i danni; aggiunse comunque che l’allarme non era cessato e che sarebbero caduti ancora 150 mm circa nelle giornate successive: anche questo si dimostrò essere una bella panzana.

Meraviglioso in proposito l’atteggiamento del giornalista della Nazione che presentò Maracchi come un “meteorologo responsabile”. Verrebbe spontaneo chiedersi: <cosa bisogna affermare per essere definiti "catastrofisti"?>