Sta aumentando la frequenza dei tornado? I dati non indicano affatto tale tendenza

Moore (Oklahoma 20-5-2013)
Moore (Oklahoma 20-5-2013)

21 maggio 2013

Ieri, un tornado ha devastato la cittadina di Moore nell’Oklahoma causando 24 vittime; immancabilmente si è scatenato il solito catastrofismo mediatico con conseguente diffusione di informazioni prive di verità scientifica.
Televisione e giornali ci hanno nuovamente martellato con la storia degli eventi estremi che starebbero aumentando per quel “Cambiamento Climatico” ormai assurto nel novero dei miti della società attuale. Anche all’estero la moda è diffusissima, come dimostrato, ad esempio, dalle dichiarazioni al The Guardian di Suzanne Gray, ricercatrice della Reading University: «Climate change means warmer temperatures and more moisture and that is providing more energy for the types of storms that produce tornadoes»
Si tratta di una teoria (la correlazione riscaldamento globale/aumento eventi estremi) per nulla dimostrata dal punto di vista fisico e tanto meno confermata dai dati registrati, ma che è stata imposta come verità ufficiale grazie al ruolo dei media.
È vero che a livello nazionale degli USA, i dati sul numero dei tornado hanno registrato un aumento marcato nel corso dei decenni, raddoppiando approssimativamente il conteggio annuale dalla metà del 1900 ad oggi. Però questa tendenza è in gran parte attribuita a fattori non climatici, quali ad esempio: 1) i progressi tecnologici nella capacità di documentazione (ad esempio, fotocamere digitali, videocamere e, più di recente, i cellulari con funzioni di imaging); 2) l'aumento della popolazione; 3) una maggiore attenzione dei media; 4) la proliferazione di osservatori (i “cacciatori di tempeste”); 5) l’accresciuta enfasi sugli allarmi da parte del National Weather Service.
Tali fattori determinano una sempre maggiore individuazione dei tornado più deboli (classe F0, con venti max < 116 km/h e conseguenti danni molto lievi), che in passato sfuggivano spesso alle statistiche. La figura sottostante è tratta da una pubblicazione scientifica americana (S. M. Verbout, “Evolution of the U.S. Tornado Database: 1954–2003”, Weather and Forecasting), ove erano spiegati tali fatti. Per gli eventi delle classi da F1 a F5 si nota una perfetta stabilità.