L'ennesima realtà virtuale

I lettori della cronaca di Pontedera de La Nazione  (22 gennaio 2014) si saranno certamente preoccupati leggendo le parole di Francesco Meneguzzo, meteorologo dell’IBIMET di Firenze: «Ci dobbiamo abituare a stagioni estreme che si alterneranno: inverni freddissimi e inverni quasi primaverili. Le ragioni di quest’attuale stagione? Il riscaldamento globale che non si è mai arrestato e che . . . . .».

Anzitutto sarebbe bene spiegare alle persone che le temperature globali sono praticamente stabili da una quindicina d’anni a questa parte e nessuno ne conosce i motivi. In secondo luogo si potrebbe poi chiarire che non esiste alcuna plausibile teoria che possa mettere in relazione un eventuale futuro incremento delle temperature con un aumento della variabilità climatica, cioè col verificarsi di oscillazioni (positive e negative) più pronunciate rispetto ai valori di riferimento.

Guarda caso, l’esame delle serie termometriche disponibili non mostra nel lungo periodo la benché minima tendenza all’aumento della suddetta variabilità. Le figure che seguono sono relative ai dati del Collegio Romano, una stazione che consente di ricostruire una serie quasi bisecolare. Per ogni anno, il valore riportato nella prima figura rappresenta la deviazione standard delle temperature medie invernali del ventennio che termina in quell'anno; è evidente come non vi sia alcuna crescita ma semmai una moderata riduzione del parametro. I grafici successivi sono di comprensione molto più immediata, in quanto riportano l’andamento temporale delle temperature medie dei tre mesi dell’inverno; un confronto anche solo qualitativo fra gli ultimi decenni e le fasi precedenti evidenzia appunto come le oscillazioni interannuali siano rimaste uguali o addirittura si siano un po’ smorzate, invece che amplificarsi spettacolarmente.

La morale è sempre la stessa: sarebbe il caso di evitare la diffusione di idee molto belle dal punto di vista sensazionalistico, ma completamente lontane dalla realtà; tutto ciò che non ha il conforto di dati affidabili non conta assolutamente nulla.